Targhe delle inondazioni
Legnago
Via Roma 1, IT-37045, Legnago
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Se Legnago non è più una città murata è perché varie e complesse furono le motivazioni che portarono alla distruzione completa di tutta la cinta magistrale e delle porte, alcune delle quali di notevole pregio architettonico.
In particolare, dopo l’unificazione del Veneto all’Italia (1866) e la conseguente perdita dell’importanza militare della cittadina, due eventi sconvolsero la piazzaforte nel 1868 e nel 1882: due grandi rotte dell’Adige.
La memoria di quei giorni rimane affidata oggi alle piccole targhe che indicano il livello raggiunto dall’acqua in vari punti della fortezza, come quelle che si incontrano passeggiando per via Roma all’altezza dei n. civici 1 e 16.
Il 7 ottobre 1868, alle ore 14:00, l’acqua dell’Adige entrò, superando il livello dell'argine, all’altezza del vecchio osservatorio militare. L’inondazione interessò prevalentemente il centro storico e l’acqua arrivò fino ai primi piani delle abitazioni che subirono danni ingentissimi così come le derrate e le suppellettili. Ci furono due morti. Le acque cominciarono a defluire solo otto giorni dopo, in quanto le mura fungevano da ‘bacino contenitore’.
Qualche anno dopo, il 18 settembre 1882, alle ore 3:30, dopo tre giorni di pioggia, il fiume ruppe a nord della città, presso l’allora esistente Porta Boschetto. Questa seconda inondazione interessò anche le frazioni di Terranegra, S. Pietro, Vigo e Vangadizza creando gravi danni alla produzione agricola. Per estensione – interessò anche città più grandi come Verona - fu sicuramente la più grave rotta del fiume Adige; a Legnago provocò un morto e danni ad abitazioni, raccolti, mobilio e derrate. In seguito venne dichiarata sventura nazionale.
Altre targhe sono posizionate in Piazza Cinque Martiri, nel Duomo, all’esterno del Centro Ambientale Archeologico dal lato di via Repubblica e in via Frattini all'angolo con via Bezzecca.